Intro

Verso la fine degli anni settanta, in Inghilterra nasce il fenomeno conosciuto con il nome 'punk', (in questo articolo darò per 'scontate' le origini del punk, da ricercarsi nelle condizioni sociali del periodo,  e in scene musicali proto-punk di gruppi come MC5, Stooges... e molti altri) e in Italia, come spesso accade, le cose arrivano sempre un pò dopo; è il caso di questo movimento, che agli inizi si diffuse a rilento nel nostro paese; basti pensare che i media ne parlarono poco e male. L' emittente statale era fresca della riforma del 1975, e RAI2 trasmetteva un programma, condotto da Renzo Arbore, chiamato 'L' altra domenica', e fu così che nel 1977 in un'intervista parlarono per la prima volta di punk durante un servizio; sulla stessa falsariga si muove anche 'Odeon', altro programma televisivo, che trasmette un 'party-punk'; tutto questo mentre la maggior parte della popolazione italiana, guardava intrattenimenti come Sanremo,Domenica in,ecc... ed è normale che la popolarità del movimento fosse underground e malvista dal perbenismo italiano! Anche per la carta stampata vale lo stesso discorso; un giovane in edicola può trovare 'ciao 2001', con le sue recensioni sui soliti gruppi del momento, o 'popsters', che nel decimo numero parla del punk, con la solita visione 'devastante' del movimento (inoltre abbiamo uno dei primi esempi di commercializzazione del genere; infatti nello stesso numero c'era la pubblicità di una 'Punk collection' venduta a prezzo punk 3500ł). Quindi c'era una sorta di diffidenza e timore nei riguardi del punk, basti pensare a Enrico Ruggeri (ora convertito alla peggio tv), che venne bersagliato quando con i Decibel, suonò God save the Queen. In questo clima gli Skiantos salgono sul palco cucinando un piatto di pasta e gridando "pubblico di merda, questa è avanguardia"; che dire? E' stato difficile integrare il vecchio suono con il nuovo, e rari sono i casi, come ad esempio è stato per gli Area di Demetrio Stratos, che hanno lavorato a contatto con i giovani gruppi che si identificavano col punk nascente, come le Clito, band femminile milanese (che non hanno mai inciso nulla, se non la presenza nei cori del brano 'Vodka cola' dell'album del 1978 degli Area 'gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano'). Altra band tutta al femminile erano le Kandeggina gang, capitanate da una giovane Jo Squillo (anche lei convertita alla moda che tanto ha disprezzato con il suo compagno Muciaccia), che scandalizzavano tutti coi loro testi antimaschilisti; questa ostruzione al punk restò attiva fino a quando nel 1979 venne in Italia Patty Smith, considerata allora dal pubblico icona del genere, anche se ormai della vena 'incazzata' del 1976 al CBGB's, aveva gran poco. Il punk sta diffondendosi piano piano, non è più un'astrazione, a Bologna nascono i 'Centro d'Urlo Metropolitano', poi Gaznevada, band nata verso la fine degli anni settanta, figlia delle tensioni sociali di allora; prima registrazione datata 1979 su cassetta, poi, l'anno successivo, dopo il singolo 'Nevada Gaz/Blue TV Set' debuttano su lp, targato Italian Records, 'Sick Soundtrack'; in questi anni incidono altri lp e sono sicuramente uno dei primi gruppi punk italiani; in seguito si sposteranno verso un genere 'più commerciale'. Un'altra scena, che è dovere menzionare, visto l'importanza, è quella creatasi a Pordenone, nota col nome 'Great complotto'; qui nacquero band come gli Hitlerss,    che nel dicembre del 1978 registrarono in una session di quindici minuti uno split coi Tampax, e questo è da considerarsi tra i primi dischi autoprodotti della storia italiana. Questa scena diede vita a numerose band e artisti poi riaffermatisi anni dopo, davvero in Italia fu una scena inimmaginabile, che si sviluppò non solo attraverso la musica, ma anche con arte, fotografia, moda, insomma un D.I.Y. a trecentosessanta gradi! A metà dello stesso anno i Clash tengono un concerto a Bologna in piazza Maggiore, dove si ritrovano  molti fan di Strummer e soci, ma anche un gruppo di punk anarchici, i quali distribuiscono dei volantini con un messaggio molto chiaro: 'CRASS, not CLASH'. Sono i giovani dei primi centri sociali occupati, gruppi di punks che si identificano in band politicizzate; quindi la politica è entrata a far parte del movimento nel bene e nel male: nasce il punk politico o anarcopunk, ribattezzato poi HARDCORE, che avrà una linea comune, soprattutto agli inizi, poi si differenzierà sempre più con l'evoluzione. Fare una lista dettagliata dei gruppi di questo periodo è stato molto difficile, considerando che, chi aveva la possibilità di registrare in quel periodo, optava come si conviene, all'autoproduzione casereccia, di conseguenza molti registravano su musicassetta (ricordiamo la harpo's o le cassette che si trovavano nelle fanzine), visto che il vinile non era così abbordabile, e perciò la qualità dei pezzi spesso era bassa; inoltre l'informazione era legata alle fanze, quindi non avendo vissuto in prima persona la scena degli ottanta è difficile ritrovarne...C'è anche da dire che in quegli anni furono inseriti nel movimento artisti che avevano poco, musicalmente e come attitudine, di punk! Basti pensare che vennero inseriti personaggi come Anna Oxa, la Rettore, Ivan Cattaneo (anche se per quest'ultimo dovremmo fare un discorso a se stante). Questa prima parte tratterà le band che si svilupparono durante la prima ondata, quella che spianerà poi la strada all'italian hardcore, collocabile tra la fine degli anni settanta, e i primi due anni degli ottanta. Se per caso tralasciassi qualcuno, vi invito a lasciare una risposta nei commenti, attraverso la quale discuteremo delle eventuali proposte!